Rendiconti Online della Società Geologica Italiana - Vol. 27/2013

Il patrimonio di travertini e calcareous tufa in Toscana

Enrico Capezzuoli (*)
(*) Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell'Ambiente, Università di Siena. Via Laterina, 8 - 53100, Siena. E-mail: capezzuoli@unisi.it


DOI: https://doi.org/10.3301/ROL.2013.18
Volume: 27/2013
Pages: 31-41

Abstract

Da sempre i depositi carbonatici hanno attirato l’interesse mondiale degli studiosi sia per i loro storici utilizzi nell’industria lapidea (pietra ornamentale e da costruzione) sia per le informazioni di interesse scientifico registrate al loro interno (ricerche paleoclimatiche, neotettoniche, paleosismologiche, fonti di energia..). Lo stesso tipo di informazioni inizia ad essere disponibile anche in particolare per i depositi carbonatici continentali, sia per quelli precipitati da acque carbonatate calde in corrispondenza di sorgenti termali, che da acque carbonatate a temperatura ambiente in corrispondenza di sorgenti carsiche e/o di sistemi fluvio-palustri. Questi depositi, descritti in molti lavori con il generico nome di “travertini”, oggi sono di regola separati in Travertini ed in Calcareous tufa sulla base delle loro caratteristiche deposizionali, petrologiche, geochimiche ed isotopiche, che riflettono le condizioni chimico-fisiche delle acque da cui precipitano. L’Italia, in generale, costituisce un’eccezionale palestra di indagine per questo tipo di litologie, visto il numero di affioramenti presenti, ma la Toscana in particolare si pone come regione privilegiata grazie alla contemporanea presenza dei fattori fondamentali per la presenza di queste litologie: calcari nel substrato, acqua, calore e tettonica. Anche per questo motivo gli affioramenti toscani sono da sempre stati meta privilegiata di studio nel panorama nazionale e mondiale.

Keywords


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